Chi siamo?

Questo sito nasce per mano di alcuni giovani lucani stanchi delle iniezioni moraliste e conformanti che provengono (soprattutto nelle scuole statali...) da tutte le parti e a cui per buon costume nessuno si oppone.

Stanchi di vedere le loro idee umiliate e derise, senza possibilità di replica, hanno dato vita a questo sito "clandestino" che ora vede la luce nell' unico luogo in cui si può ammettere ci sia un pò di libertà (anche se ritengo per poco tempo ancora), ovvero il web.

La battaglia è combattuta in nome del diritto fondamentale di ogni uomo, il diritto alla libertà, antecedente teorico dei diritti alla vita, alla sicurezza, alla proprietà, nonché dei diritti alla secessione e alla discriminazione; un diritto così fondamentale per cui si è, e si deve, essere pronti a lottare, perchè senza libertà non c'è vita.

Basta dare uno sguardo distratto alla storia dell'umanità per vedere che il problema dell'usurpazione della libertà nasce con lo Stato. Quell'essere che oggi opprime individui di tutto il mondo e che ha assunto queste dimensioni proprio perché si è arrivati a immaginare la società come un unico essere pensante e non come insieme di individui ognuno con la sua perenne limitazione alla conoscenza fattuale.

Dunque è stata soprattutto questa disaffezione totale verso lo Stato a spingerli a intraprendere questa sfida difficile, difficilissima ma che di certo non impedirà loro di continuare a sostenere il loro diritto alla libertà, un diritto non solo loro, un diritto di tutti.

Noi vogliamo portare all'attenzione di tutti un argomento tabù, un argomento che per paura pregiudiziale si cerca sempre di evitare, un argomento ritenuto un'eresia dai più, la secessione della Lucania.

Si dirà subito che è un'idea da manicomio, che è una pazzia e che non si può dissolvere l'Italia. I sentimenti nazionalistici prevalgono facilmente sottolineando la dissoluzione dell'Italia. La realtà è che noi non vogliamo la dissoluzione dell'Italia ma dello Stato italiano, dello Stato ladro, tiranno, oppressore delle più fondamentali libertà individuali.

Oggi noi stiamo vivendo un periodo della storia segnato da quel processo chiamato globalizzazione. Al contrario di quanto affermano i luoghi comuni questo non è un processo diabolico, attraverso il quale "i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri", ma invece è ciò che permette di portare la ricchezza là dove non c'è, di portare le nuove tecnologie nel terzo mondo rendendole disponibili a chi non se le può permettere, di comunicare da qualsiasi parte del mondo con ogni angolo del mondo, di far sentire più vicino ai paesi liberi occidentali le sciagure, la fame, la morte che funestano i paesi poveri e oppressi dall'ideologia statalista e assistenzialista.

Contrariamente a quanto comunemente affermato la globalizzazione del mercato e delle comunicazioni non va di pari passo con la globalizzazione della politica ma, anzi, comporta una ipersensibilizzazione verso le realtà particolari e locali, che fa a pugni con quei processi di unificazione e devoluzione dei poteri verso l'alto che si stanno compiendo a tutto danno dei cittadini e delle loro libertà.

Come ha scritto Alberto Mingardi "un contesto politico adatto al mondo della globalizzazione è quello che presentasse una pluralità di entità amministrative diverse, la cui dimensione ridottissima ed il cui elevato numero [..] porterebbe alla creazione di un vero e proprio "mercato della politica" [..]. Sarebbero i singoli individui a premiare questo o quel sistema di norme e regolamentazioni, data l'esiguità dei costi da sostenere per "emigrare" da una realtà all'altra".

Per questo noi sosteniamo con forza l'inizio di un nuovo periodo di "frammentazione delle sovranità" in cui al centro ci sia il singolo individuo con le sue naturali libertà. Solo con l'introduzione della concorrenza nella politica si potrà evitare questa estensione a macchia d'olio dello Stato nella vita delle persone. Per questo inoltre noi appoggiamo con forza tutti quei movimenti e associazioni che in ogni parte del mondo si pongono come fine la liberazione dall'oppressione di uno Stato e il ritorno della sovranità ai singoli individui.

Noi siamo nati in Lucania e vivendo in Lucania ci prefiggiamo come fine la libertà del nostro Popolo Lucano dallo Stato centrale, proprietario, burocrate che con la coercizione e la violenza comanda e pianifica la vita dei suoi cittadini-sudditi. Certamente questa è una battaglia dura, difficilissima ma non per questo ci spaventa e non per questo ci faremo intimidire nel portarla avanti con l'ostinazione di sempre.