« ...E intorno a noi il timore e la complicità di un popolo. Quel popolo che disprezzato da regi funzionari ed infidi piemontesi sentiva forte sulla pelle che a noi era negato ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva vendicarli se non noi, accomunati dallo stesso destino? Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo. Calpestati, come l'erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. Molti, molti si illusero di poterci usare per le rivoluzioni. Le loro rivoluzioni. Ma libertà non è cambiare padrone. Non è parola vana ed astratta. È dire senza timore, È MIO, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall'anima. È vivere di ciò che si ama. Vento forte ed impetuoso, in ogni generazione rinasce. Così è stato, e così sempre sarà... » | |
(Carmine Crocco) |
Scrivere il lucano
Per il progetto, vari studi sono stati effettuati per l'uniformizzazione della lingua e tesi hanno prescritto l'uso del cirillico, vocabolo molto piu' compatto e compatibilie alle accentuazioni del nostro linguaggio.
Con l'aiuto di volontari, riusciremo a creare un dizionario che figge la sua importanza nella salvaguardia della piu' frequente traccia della nostra identita', la lingua.
Per partecipare al progetto: http://lucaniabizantina.forumfree.net
Chi siamo?
Questo sito nasce per mano di alcuni giovani lucani stanchi delle iniezioni moraliste e conformanti che provengono (soprattutto nelle scuole statali...) da tutte le parti e a cui per buon costume nessuno si oppone.
Stanchi di vedere le loro idee umiliate e derise, senza possibilità di replica, hanno dato vita a questo sito "clandestino" che ora vede la luce nell' unico luogo in cui si può ammettere ci sia un pò di libertà (anche se ritengo per poco tempo ancora), ovvero il web.
La battaglia è combattuta in nome del diritto fondamentale di ogni uomo, il diritto alla libertà, antecedente teorico dei diritti alla vita, alla sicurezza, alla proprietà, nonché dei diritti alla secessione e alla discriminazione; un diritto così fondamentale per cui si è, e si deve, essere pronti a lottare, perchè senza libertà non c'è vita.
Basta dare uno sguardo distratto alla storia dell'umanità per vedere che il problema dell'usurpazione della libertà nasce con lo Stato. Quell'essere che oggi opprime individui di tutto il mondo e che ha assunto queste dimensioni proprio perché si è arrivati a immaginare la società come un unico essere pensante e non come insieme di individui ognuno con la sua perenne limitazione alla conoscenza fattuale.
Dunque è stata soprattutto questa disaffezione totale verso lo Stato a spingerli a intraprendere questa sfida difficile, difficilissima ma che di certo non impedirà loro di continuare a sostenere il loro diritto alla libertà, un diritto non solo loro, un diritto di tutti.
Noi vogliamo portare all'attenzione di tutti un argomento tabù, un argomento che per paura pregiudiziale si cerca sempre di evitare, un argomento ritenuto un'eresia dai più, la secessione della Lucania.
Si dirà subito che è un'idea da manicomio, che è una pazzia e che non si può dissolvere l'Italia. I sentimenti nazionalistici prevalgono facilmente sottolineando la dissoluzione dell'Italia. La realtà è che noi non vogliamo la dissoluzione dell'Italia ma dello Stato italiano, dello Stato ladro, tiranno, oppressore delle più fondamentali libertà individuali.
Oggi noi stiamo vivendo un periodo della storia segnato da quel processo chiamato globalizzazione. Al contrario di quanto affermano i luoghi comuni questo non è un processo diabolico, attraverso il quale "i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri", ma invece è ciò che permette di portare la ricchezza là dove non c'è, di portare le nuove tecnologie nel terzo mondo rendendole disponibili a chi non se le può permettere, di comunicare da qualsiasi parte del mondo con ogni angolo del mondo, di far sentire più vicino ai paesi liberi occidentali le sciagure, la fame, la morte che funestano i paesi poveri e oppressi dall'ideologia statalista e assistenzialista.
Contrariamente a quanto comunemente affermato la globalizzazione del mercato e delle comunicazioni non va di pari passo con la globalizzazione della politica ma, anzi, comporta una ipersensibilizzazione verso le realtà particolari e locali, che fa a pugni con quei processi di unificazione e devoluzione dei poteri verso l'alto che si stanno compiendo a tutto danno dei cittadini e delle loro libertà.
Come ha scritto Alberto Mingardi "un contesto politico adatto al mondo della globalizzazione è quello che presentasse una pluralità di entità amministrative diverse, la cui dimensione ridottissima ed il cui elevato numero [..] porterebbe alla creazione di un vero e proprio "mercato della politica" [..]. Sarebbero i singoli individui a premiare questo o quel sistema di norme e regolamentazioni, data l'esiguità dei costi da sostenere per "emigrare" da una realtà all'altra".
Per questo noi sosteniamo con forza l'inizio di un nuovo periodo di "frammentazione delle sovranità" in cui al centro ci sia il singolo individuo con le sue naturali libertà. Solo con l'introduzione della concorrenza nella politica si potrà evitare questa estensione a macchia d'olio dello Stato nella vita delle persone. Per questo inoltre noi appoggiamo con forza tutti quei movimenti e associazioni che in ogni parte del mondo si pongono come fine la liberazione dall'oppressione di uno Stato e il ritorno della sovranità ai singoli individui.
Prugett d'i pruvincë d'a Lucanijë
Terrturijë d'a Lucanijë
Ma i lucani, chi sono...
SIAMO I LUCANI: quelli che hanno sconfitto i romani, quelli che, Briganti e Passanante, hanno fatto tremare l’Italia….
“ Ecco che uno si distrae al bivio, si perde. E chi gli dice “ Prendi da questa” e chi “ Prendi da quest’altra”. E uno resta là, stordito. Aspetta che le gambe si muovano da sole” .
Noi al bivio non ci siamo distratti.
Non ci hanno distratto i fondi stanziati con la legge 219/81 che hanno ricostruito i paesi, distruggendone l’identità storica ed architettonica, inducendo la gente a vendersi agli amministratori per un buono contributo.
Non ci ha distratto la FIAT a Melfi, grande regalo fatto alla nota illustre famiglia anche con i nostri soldi, che ha spinto i giovani ad elemosinare il posto di lavoro dai soliti potenti e li ripaga con viaggi massacranti, con salari e turni di lavoro che al Nord nessuno accetterebbe, e un futuro sempre più incerto….
Non ci ha distratto L’ENI che, con le sue promesse royalties, sta corrompendo il tessuto economico, politico e morale della regione.
NON ABBIAMO ILLUSIONI, sappiamo che se qualcuno compra è perché qualcun altro vende o si vende.
Noi non ci vendiamo né vendiamo la nostra terra a nessuno.
“ Sentirete la nostra dura parte
in quel giorno che fossimo agguerriti
in quello stesso Castello intristito.
Anche le mandrie rompono gli stabbi
Per voi che armate della vostra rabbia “
Rocco Scotellaro dalla raccolta “ E’ fatto giorno
Proveniente da: http://www.soslucania.org/
Grande Lucania
L’Associazione viene costituita con l’obiettivo di arrivare all’aggregazione alla Regione Basilicata dei territori del Vallo di Diano e del Cilento per realizzare il progetto della Grande Lucania.
È un movimento collettivo, trasversale, che si basa su una comune memoria storica e culturale. Siamo di fronte ad una domanda politica che sale dalle comunità locali. Non è semplice accademia o enfatizzazione culturale, né si tratta di piccoli egoismi o piccoli protagonismi. È in gioco l’interesse generale del territorio con le sue dinamiche ed aspettative. La politica è chiamata a rispondere per dovere di concretezza e per la serietà della proposta. Il progetto fa riferimento alla storia, ma esprime disagi e difficoltà di intere popolazioni che vogliono contare di più in termini di democrazia e di valorizzazione e distribuzione di risorse.
Il procedimento è abbastanza articolato, non esente da possibili difficoltà, ma nello stesso tempo è garanzia della volontà e della auto determinazione delle comunità locali. Innanzi tutto, la forma dell’articolo 32 della Costituzione Italiana consente la celebrazione del referendum popolare per lo scorporo territoriale da una Regione all’altra. Poi, una sentenza della Corte Costituzionale, datata 2004, ha reso più agevoli le consultazioni popolari. Ancora, la riforma del titolo V° della Costituzione del 2004 ha aumentato i poteri legislativi delle Regioni. Le fasi previste sono: la costituzione comitati civici promotori del referendum; la delibera dei consigli comunali per approvare il quesito referendario; il confronto democratico tra le popolazioni interessate; la celebrazione del referendum consultivo; con la vittoria del referendum il governo recepisce i pareri dei due consigli regionali interessati, secondo un procedimento detto ‘legislativo rinforzato‘.
Certo che il progetto apre uno scenario nuovo che esige dialogo e coinvolgimento delle popolazioni. Si tratta di un ricongiungimento ad un territorio che le vicende storiche hanno separato e che la determinazione delle comunità locali vuole realizzare. Sono, perciò, necessari dibattiti, incontri non solo nel Cilento e nella Valle di Diano, ma anche in Basilicata per informare le giovani generazioni, per combattere i pregiudizi, per risolvere difficoltà, per indicare obiettivi. Si tratta di ricostruire un popolo lucano in cammino, più grande, più ricco di energie culturali e materiali.
La ‘Grande Lucania’ è un treno che parte con la consapevolezza delle difficoltà - di natura politica e istituzionale - ma anche con la determinazione di arrivare al traguardo.